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🦁 I Leoni della Skeleton Coast: simboli fragili di una natura selvaggia che reclama rispetto

  • emaugell
  • 7 giorni fa
  • Tempo di lettura: 3 min





Nelle distese inospitali e affascinanti della Skeleton Coast – dove il deserto incontra l’oceano e la sabbia conserva le ossa del tempo – sopravvive una delle popolazioni più straordinarie e vulnerabili del continente africano: i leoni del deserto della Namibia.


Questi felini, adattati a vivere in uno degli ambienti più ostili del pianeta, sono più che semplici predatori: sono custodi di un ecosistema unico, indicatori del fragile equilibrio tra uomo e natura. Eppure, la loro esistenza è costantemente minacciata – non solo dalla scarsità di prede e dalle condizioni climatiche estreme, ma soprattutto dalla presenza e dal comportamento degli esseri umani.




⚠️ Quando la tragedia diventa simbolo: il caso di Charlie



Il recente incidente che ha visto coinvolta Charlie, una leonessa nota agli studiosi e ai conservazionisti locali, ha scosso profondamente l’opinione pubblica. In un tragico epilogo, Charlie ha attaccato e ucciso un noto ambientalista, Bernd, che stava campeggiando in un’area remota.


Nonostante lo shock e il dolore, è necessario fermarsi a riflettere su quanto accaduto in termini ecologici, psicologici e simbolici. Chi conosce i leoni del deserto – come Doros (XPL-115), che da individuo schivo si è trasformato in esemplare aggressivo – sa che questi comportamenti non nascono nel vuoto. Sono spesso il culmine di pressioni prolungate, come la mancanza di prede, la perdita del territorio, l’intrusione costante dell’uomo, l’isolamento e il deterioramento degli equilibri sociali nel branco.


In poche parole: quando la natura viene spinta oltre il limite, reagisce.




🌍 Il concetto di “proprietà” e l’illusione del controllo



Troppo spesso, la fauna selvatica viene percepita attraverso una lente antropocentrica: l’animale è tollerato finché non danneggia la “nostra” proprietà. Ma cosa significa proprietà, in un Paese dove gli elefanti migrano da secoli lungo gli stessi corridoi, dove i leoni cacciano per istinto, dove il rinoceronte nero cerca l’ombra in una fattoria solo perché quel territorio era suo da molto prima dell’arrivo dell’uomo?


Se scegli di vivere o operare in aree selvagge, la coesistenza con la fauna non è un fastidio, ma una condizione naturale da accettare. Non possiamo colonizzare territori incontaminati e poi lamentarci perché un leone ha attaccato il bestiame o un elefante ha abbattuto una recinzione.


La natura non è problematica. È il nostro senso distorto di “proprietà” ad esserlo.




🛡️ I leoni del deserto stanno scomparendo



Oggi restano pochi individui di leone del deserto, tutti identificati e monitorati con codici come XPL-108, Alpha e Bravo. Molti sono anziani, e la popolazione non riesce a rinnovarsi al ritmo necessario.


L’habitat si restringe, la disponibilità di prede diminuisce, la pressione umana cresce. Senza azioni concrete e coordinate – come la proposta di reintroduzione nei parchi dell’Angola, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente (MEFT) e African Parks – rischiamo di perdere questa popolazione irripetibile sotto i nostri occhi.


Ogni perdita, come quella di Charlie (ora abbattuta dopo l’attacco), è una ferita profonda, non solo per la conservazione ma anche per la memoria collettiva di un ecosistema che non ci appartiene, ma a cui apparteniamo.




📣 Cosa possiamo imparare da tutto questo?



  1. Rispetto: Non basta ammirare la fauna nei documentari o durante i safari. Serve rispetto vero, che implica limiti, consapevolezza e responsabilità.

  2. Educazione: Dobbiamo superare la narrazione del “predatore cattivo” e abbracciare una visione ecologica complessa, dove ogni specie ha un ruolo e un valore.

  3. Coesistenza: Vivere in aree selvagge richiede adattamento. Non possiamo aspettarci di controllare ogni aspetto della natura.

  4. Protezione attiva: Supportare i progetti di conservazione, sostenere la scienza sul campo, promuovere l’ecoturismo responsabile sono gesti concreti che fanno la differenza.




“La giraffa ti guarda dall’alto, il leone ti guarda dentro. Entrambi ci chiedono: sei pronto a vivere in equilibrio con me?”



📩 Unisciti a chi difende il selvaggio



Accompagno viaggiatori in aree remote della Namibia dove la fauna è libera, dove l’incontro con un leone è un privilegio e un messaggio.

Se desideri conoscere la verità della savana, ascoltare le storie dietro i collari GPS e vivere un safari che è anche atto di rispetto, contattami.


La vera avventura comincia quando smettiamo di voler dominare la natura e iniziamo ad ascoltarla.




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